L’Ossola è un’area alpina di rara bellezza, situata al confine tra l’Italia e la Svizzera, all’estremo nord del Piemonte. La sua forma a ventaglio, dall’alto, ricorda una grande foglia d’acero, le cui nervature sono i torrenti che percorrono le sette valli e confluiscono in quella centrale: il fiume Toce. Basta salire sui tanti altopiani per contemplare panorami meravigliosi: ghiacciai perenni, cime vertiginose, fonti d’acqua incontaminata, ruscelli, centinaia di laghetti alpini dove bevono gli stambecchi. Sulle montagne e nelle valli, la natura si sbizzarrisce con i mille colori dei fiori alpini. Le abbondanti piogge garantiscono foraggio fresco tutto l’anno, come la rara e profumatissima erba mutellina, che dona al latte l’aroma tipico dell’Ossolano. Un formaggio raro che racchiude nel suo sapore un territorio, e fa tornare in mente le parole di Italo Calvino quando scrive in Palomar che”dietro ogni formaggio, c’è un pascolo d’un diverso verde sotto un diverso cielo” che aspetta di essere scoperto.
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Il Consorzio per la tutela, la promozione e la valorizzazione del Formaggio Ossolano DOP nasce dal lungo percorso per l’ottenimento della qualifica di Denominazione di Origine Protetta, terminato nel 2020 con l’iscrizione ufficiale nel Registro europeo delle Denominazioni e delle Indicazioni geografiche protette, al fine di promuovere e valorizzare il formaggio Ossolano DOP, storica produzione di queste valli del nord del Piemonte. Attualmente fanno parte del Consorzio due caseifici cooperativi che raccolgono e trasformano il latte di circa 40 allevamenti situati nell’area di produzione, a cui si aggiungono tre stagionatori.
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Cenni Storici
Che la produzione di formaggio sia intimamente legata a quest’area del Piemonte al confine con la Svizzera ce lo dice il nome stesso di una delle valli di produzione storiche dell’Ossolano, la Valle Formazza: versione volgare di quella che in latino doveva chiamarsi Valle Formatica (Valle del Formaggio).
L’Ossolano compare già nei documenti dell’anno Mille. E già a fine Ottocento erano nate forme di cooperazione tra piccoli produttori, come il Consorzio Agrario, per diffondere e condividere le nuove tecniche di produzione. Fiorivano le mostre del bestiame e la razza bovina Bruna di Crodo era particolarmente apprezzata. In queste fiere si tenevano anche mostre del formaggio Ossolano che diventavano momenti di festa per tutte le vallate.
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Caratteristiche di lavorazione
L’Ossolano è un formaggio presamico, ottenuto da latte di vacca intero, crudo o pastorizzato. Ha forma cilindrica leggermente convessa, almeno 60 giorni di stagionatura e pesa dai 5 ai 7 kg. La crosta è liscia, regolare, di colore paglierino. La pasta è consistente, morbida, con occhiatura piccola e irregolare, di colore variabile dal leggermente paglierino al paglierino carico, fino al giallo intenso. Il sapore è armonico e delicato, e risulta più intenso con l’invecchiamento. Le tecniche di produzione dell’Ossolano vennero influenzate dall’incontro tra le popolazioni piemontesi e le comunità dell’antico popolo Walser, di origine tedesca, che da circa mille anni abita le zone montane a nord-est del Piemonte e conserva gelosamente la sua lingua e le sue tradizioni.